martedì 15 marzo 2011

La zona industriale vista dal Zengialt

La zona industriale di Rovereto.




Il paese di Lizzana si è sviluppato sulla costa perché le esondazioni dell'Adige rendevano la piana  paludosa ed insalubre. Oggi è la zona industriale a premere sul paese, impregnando l'aria di agenti inquinanti non adeguatamente monitorati.




Lizzana bassa, stabilimento Marangoni, campo sportivo, scuole medie Federico Halbherr, scuola materna con asilo nido, centro pastorale parrocchiale.




L'inceneritore di pneumatici dello stabilimento Marangoni.












Deposito esterno PFU, antiche campagne.













Materiale non noto.













Il depuratore, l'impianto di compostaggio Pasina.













La Sandoz.

giovedì 3 marzo 2011

Via libera all’ampliamento del cimitero di Marco, preoccupano i Lavini

Seduta produttiva della circoscrizione anche se rimangono perplessità

Estratto da "L'Adige" di giovedì 03/03/2011, pag. 30, autore: G. L.

Via libera con prescrizioni al 2° lotto dei lavori di sistemazione del cimitero del paese da parte della circoscrizione di Marco, dopo che i tecnici comunali (l’ingegner Paolo Piccinni, architetto Barozzi), accompagnati dal direttore di Amr Bertolini e dall’assessore Manfredi, hanno illustrato il progetto esecutivo al consiglio circoscrizionale. Dopo questo passaggio si partirà con la gara d’appalto e l’amministrazione prevede di partire con i lavori a luglio. In precedenza, tra maggio e giugno, verrà effettuata la rimozione di alcune tombe (operazione che aveva sollevato vivaci proteste un paio di anni fa) e un abbassamento di quota del terreno. «Si invita l’amministrazione comunale - spiega Carlo Pallanch - ad effettuare un intervento di restauro dell’antica cappella del cimitero, monumento di pregio, valutando anche l’ipotesi che possa essere refrigerata, analogamente a quanto accade in altri cimiteri». Nel corso della seduta è emersa una forte preoccupazione per il previsto ampliamento della discarica dei Lavini, del quale la circoscrizione non era stata informata preventivamente; questo comparirà tra i punti di discussione nella riunione congiunta che il consiglio di quartiere ha deciso di organizzare con la circoscrizione di Lizzana (che giovedì scorso aveva, a sua volta, deliberato) ed eventualmente anche con altre circoscrizioni. Il consiglio, dopo aver letto la risposta dell’amministrazione comunale all’interrogazione del consigliere comunale Piergiorgio Plotegher sull’interramento dei cavi dell’alta tensione che passano sopra il nucleo centrale del paese, ha espresso la sua insoddisfazione in quanto il problema è molto sentito dalla popolazione e non si può appellarsi a normative e limiti di legge quando il paese chiede soltanto l’interramento di un paio di chilometri dei cavi dell’alta tensione nel tratto sopra il centro paese, l’asilo nido, la scuola elementare e materna oltre che sopra il parco ed il centro civico. G. L.

Lavini, pronti 2 milioni e mezzo

Dalla Provincia lo stanziamento per innalzare e ampliare la discarica

Estratto da "L'Adige" di martedì 01/03/2011, pag. 31

Il Servizio risanamento dei siti inquinati e gestione rifiuti della Provincia ha dato il via libera all’ultimo aumento della discarica dei Lavini. Il sito roveretano si amplierà di ulteriori 190 mila metri cubi e diventerà una collina alta 203 metri. Quel cumulo di immondizia, ovviamente, in futuro verrà coperto con apposita impermeabilizzazione e, almeno alla vista, apparirà come una collina verde. Per questo, però, si dovrà aspettare probabilmente fino al 2030. Quindici anni prima, invece, - e cioè giusto tra un paio di bienni - la discarica sarà chiusa per sempre perché incapace di accogliere anche solo un pacchetto di sigarette accartocciato. Per ora, comunque, in piazza Dante hanno deciso di stanziare 2 milioni 140 mila euro (inseriti formalmente nel terzo aggiornamento del Piano delle opere igienicosanitarie 2011-2013) per completare il secondo lotto del sito e, come detto, alzarlo fino ad oltre 200 metri con una superficie di circa 55 mila metri quadrati. Il progetto esecutivo per la sopraelevazione della discarica - firmato dagli ingegneri Paola Mattolin e Andrea Petrolli - prevede la realizzazione di un tomo di contenimento in terre rinforzate sul lato Ovest. Alle fine, quindi, si otterrà un aumento della volumetria disponibile ad ospitare nuovi rifiuti senza però modificare l’occupazione planimetrica. Per raggiungere il volume massimo proposto di 190 mila metri cubi verrà realizzata, come detto, una sopraelevazione ad unico gradone, la cui superficie finale sarà caratterizzata da un andamento quasi planare, prevedendo un adeguato raccordo delle superfici di coltivazione e dei pacchetti di chiusura con l’adiacente lotto 1. La quota di coltivazione è fissata a 201,70 metri sul livello del mare e, a discarica esaurita, sarà alloggiato il pacchetto di copertura dell’intera area. Prevedendo un cedimento di circa un metro e mezzo dovuto ai fenomeni di assestamento dei rifiuti abbancati, la Provincia ha fissato la cosiddetta quota del capping finale a 203,30 metri di altezza. Dal 2015 i rifiuti dovranno prendere la via dell’inceneritore o di Ischia Podetti. Una volta chiuso, poi, l’impianto dei Lavini dovrà rimanere in stand-by per circa tre anni per permettere ai cumuli di stabilizzarsi e solo in seguito si potrà procedere con l’impermeabilizzazione.

L’appello: Ciro D’Antuono scrive a Miorandi
«Un Patto per una città verde firmato da sindaco e cittadini»

Ciro D’Antuono è rimasto colpito dalla dichiarazione del sindaco Miornadi («una grande città da fare insieme») e gli ha scritto una lettera-appello: «Perché non aderire al “Patto dei sindaci” lanciato dalla Commissione Europea? Tale iniziativa è nata per coinvolgere attivamente le città nel percorso verso la sostenibilità energetica ed ambientale. Le città europee, su base volontaria, si impegnano a predisporre un piano di azione con l’obiettivo di ridurre almeno del 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche e misure locali che aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, che migliorino l’efficienza energetica e che attuino programmi ad hoc sul risparmio energetico e sull’uso razionale dell’energia. Invito il sindaco a portare in consiglio comunale la richiesta di adesione al Patto e provare quindi con “determinazione e costanza” a rivoluzionare la nostra politica locale. Una gara alla sostenibilità che deve nascere dal basso, dai cittadini che dovranno mettersi i pannelli solari sui tetti, rinunciare all’auto per la bicicletta e dal sindaco che ci deve mettere la faccia e l’azione di governo».

Lizzana, tensione in consiglio

Ancora polemiche per Migliarini, scontro sulle Halbherr

Estratto da “L’Adige” domenica 27/02/2011, pag. 30, autore: G. L.

Dopo una seduta filata via liscia lisca, il finale di serata ha riportato alla luce le differenze di vedute in seno al consiglio circoscrizionale di Lizzana - Mori ferrovia. Il presidente Migliarini ha replicato alle accuse a mezzo stampa mossegli dalla lista civica per Lizzana, più esplicito ancora il consigliere valdughiano Giampaolo Ferrari: «Non siamo servi del presidente, siamo liberi da vincoli dei partiti e liberi di esprimere le nostre opinioni e di combattere le battaglie che riteniamo giuste per il nostro paese, mi auguro che non si ripetano attacchi di questo tipo in futuro perché saprei come rispondere. In merito alla situazione delle medie Halbherr e delle elementari Guella, secondo la Civica “già oggi al limite della capacità di accoglienza”, mi chiedo dov’erano questi signori una decina d’anni fa quando il sottoscritto, da presidente del consiglio d’istituto, aveva già previsto che la scuola Halbherr sarebbe stata troppo piccola, dov’era Egidio Frisinghelli, che era consigliere? Dov’era Egizia Viola, addetta ai lavori e quindi diretta conoscitrice della situazione quando proprio qui in Circoscrizione si brindò al progetto con l’assessore Corradini, un progetto che originariamente non prevedeva neppure la palestra per attività extrascolastica? A distanza di tanti anni si scopre che le nuove Halbherr sono troppo piccole?». Sul tema è intervenuta anche Patrizia Spagnolli, che ha ricordato come anche nella passata consigliatura fosse presente nel consiglio di quartiere la Lista civica per Lizzana ma che si era riusciti a lavorare insieme in maniera serena senza creare un clima di contrapposizione. Egidio Frisinghelli ha ribadito le critiche verso la maggioranza che sostiene il presidente Migliarini, confermando che si sta facendo una politica di galleggiamento. Lo stesso Migliarini ha evidenziato che nelle richieste formulate all’Amministrazione ci sono anche le proposte avanzate dalla Lista Civica e che la raccolta di firme (trecento) per modificare il Prg non è stata rivolta alla Circoscrizione, che è stata soltanto messa al corrente dell’iniziativa. Nerio Simoncelli ha espresso l’auspicio che si possano superare queste problematiche per lavorare tutti insieme. Tra le decisioni assunte in precedenza, la richiesta di incontro con l’assessore Daicampi, su problemi di carattere ambientale, raccolta dei rifiuti ed altri temi già approfonditi dalla Commissione ambiente. Inoltre, via libera ad una seduta congiunta con la Circoscrizione di Marco: «Ho parlato con il presidente della Carlo Plotegher - precisa Migliarini - , a Marco ne parleranno martedì, credo proprio che sia utile incontrarsi per discutere di tematiche importanti e di comune interesse, come il futuro della discarica dei Lavini e dell’area stessa, la zona industriale, il monitoraggio della qualità dell’aria». G. L.

Veleni Siric, spuntano altre 2 cisterne

Per il curatore fallimentare Lelio Boldrini non dovrebbero essere un problema: «Materiale che risale agli anni Sessanta»

Estratto da "L'Adige" di sabato 26 febbraio 2011, pag. 35

Non c’erano certezze sui tempi della chiusura del fallimento, quello no. Ma sulla vicenda Siric di un dettaglio si era certi: tutti i rifiuti ammassati in quell’area, sia quelli sotto terra che quelli stoccati nei capannoni dell’azienda, erano già stati trovati, rimossi e smaltiti. Si pensava, appunto. Perché proprio mentre si iniziava a scavare l’ultima trincea per la valutazione dell’eventuale inquinamento del terreno, è spuntata la sorpresa: ci sono sotto terra altre due cisterne, da tremila litri, belle piene di rifiuti analoghi a quelli già trovati. Materiale che ovviamente dev’essere rimosso. Ma andando con ordine. L’enorme progetto di caratterizzazione e bonifica dell’area Siric è iniziato ormai anni fa. E certo tra i più interessati alla conclusione della questione c’è Lelio Boldrini, il curatore fallimentare. Suo il compito di cercare di pagare tutti i creditori, compreso l’ente pubblico che in questi anni si è accollato le spese per l’asportazione e lo smaltimento dei rifiuti Siric. Dopo anni di lavoro - dopo 38 cisterne trovate nel sottosuolo, eliminate e regolarmente smaltite e dopo migliaia di fusti trovati nei capannoni - si pensava di aver finito. Tanto che dal Comune era arrivato il via libera all’ultima analisi del sottosuolo, per verificare, una volta asportati i rifiuti, il livello dell’eventuale inquinamento. E invece mentre si scavava per realizzare la trincea necessaria per il piano di caratterizzazione, è «spuntata» la sorpresa: «Abbiamo trovato altre due cisterne da tremila litri - conferma il curatore Lelio Boldrini - Non ci si era accorti prima, perché in quell’area non si aveva pensato di scavare: queste due cisterne erano sotto gli impianti, nessuno avrebbe potuto immaginare che sotto ci fosse qualche cosa». Un ritrovamento che si dovrà ora gestire: «Non sarà un problema, abbiamo eliminato già 38 cisterne da quell’area, non ci spaventano certo le ultime due. Che, tra l’altro, risalgono agli anni Sessanta - spiega Boldrini - come tutte le altre, andranno rimosse e si proseguirà con il lavoro di analisi del terreno». Una tranquillità questa confermata anche dall’assessore all’ambiente Gianpaolo Daicampi: «Con Siric le sorprese non finiscono mai - sorride con una battuta, ma poi si fa serio - le due cisterne le abbiamo trovate iniziando a lavorare sul piano di caratterizzazione. Ma non dovrebbero dilatare i tempi dell’intervento». A preoccupare il curatore Boldrini è, semmai, la questione Simone Gosetti. Perché l’ingegnere, per i fatti di monte Zaccon, è stato condannato ad un anno di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici, nonché al divieto di stipulare contratti con la pubblica amministrazione per tre anni. «Gosetti è stato nominato direttore responsabile dell’ultima fase del piano di caratterizzazione - conclude Boldrini - Dobbiamo capire se la sentenza ha effetti anche su di noi». Ma al momento sembra proprio di no: la sentenza non è ancora definitiva, l’appello è quantomeno probabile. Giuridicamente nulla osta al fatto che Gosetti si occupi di Siric. Se sia o meno opportuno, naturalmente, è tutt’altra questione.

LA BONIFICA: Già asportate trentotto cisterne simili a quelle

Non sono certo queste ultime due cisterne a spaventare chi si sta occupando della questione Siric. Dal sottosuolo dell’ex fabbrica di via del Garda sono già state portate via qualcosa come trentotto cisterne di rifiuti che sono stati smaltiti come prescritto dalla normativa.

Daicampi: «5 giugno giornata ambientale»

Le Circoscrizioni: «No a feste spot: spiegate perché ampliate i Lavini»

Estratto da "L'Adige" di sabato 26/02/2011, pag. 34, autore: G. L.

Faccia a faccia con i presidenti dei quartieri. Che non si accontentano

Domenica 5 giugno, nella Giornata Mondiale dell’ambiente, per il vicesindaco ed assessore all’ambiente Gianpaolo Daicampi dovrebbe diventare anche a Rovereto una giornata interamente dedicata all’ambiente ed alla pulizia dei parchi cittadini. Un’idea che Daicampi ha lanciato all’assemblea dei presidenti delle sette Circoscrizioni. Come? Con tutta una serie di iniziative, coinvolgendo il volontariato locale ed «adottando» un parco da ripulire dai rifiuti, assieme agli alpini e alle associazioni di ogni circoscrizione. Quella ambientale è una questione che sta a cuore a tutti, sulla quale diverse Circoscrizioni stanno già lavorando. Però è stata sollevata anche la problematica della raccolta differenziata dei rifiuti, visto che a Rovereto non sta dando risultati incoraggianti. La sperimentazione introdotta a Noriglio prima ed a Lizzana poi, con la differenziata «spinta» non è a regime. Il presidente di Lizzana Maurizio Migliarini si è lamentato: «per tre volte ho chiesto un incontro, anche insieme alla commissione ambiente circoscrizionale, all’assessore Daicampi e non ho avuto alcuna risposta; se l’impegno che quest’Amministrazione si è assunta è proprio quello di migliorare il rapporto con le Circoscrizioni, non è certo un bel segnale». Secondo il presidente di Marco Carlo Plotegher «a parte la giornata ecologica, sicuramente i nostri concittadini chiederanno lumi anche in merito alla questione della discarica dei Lavini, alla luce dell’ampliamento deciso dalla Provincia. Credo che la tematica ambientale debba essere affrontata a 360 gradi, non basta di certo organizzare una giornata di festa». «Probabilmente l’assessore Daicampi ha sottovalutato l’importanza di coinvolgere tutti i presidenti delle Circoscrizioni - così Filippo Galli, (Circoscrizione sud) - soprattutto su argomenti molto delicati come la pulizia dei parchi pubblici e la raccolta differenziata. L’aspettativa è quella di poter approfondire le questioni nell’ambito di un confronto che ci consenta di migliorare la situazione. Dobbiamo andare oltre le iniziative “spot”: se per la città di Rovereto è importante l’argomento ambientale, questa giornata dev’essere l’inizio di un percorso concordato tra tutti i soggetti in campo. In questo momento diventa difficile parlare di pulizia dei parchi quando è stato appena approvato un ampliamento della discarica dei Lavini». «Sono perplesso sul fatto che ci si dica che a Rovereto la differenziata è molto bassa - commenta Enzo Da Costa (Nord) -. Per quanto riguarda il Piano urbano della mobilità ho letto che sono partite le interviste sulle strade ma in via Magazol non sono state fatte; non conosco il motivo ma credo che i residenti abbiano sollevato a più riprese il problema, forse hanno già individuato la soluzione. Mi rammarico del fatto che l’assessore Robol aveva promesso un incontro con i residenti, insieme alla Circoscrizione, ma nulla è stato fatto ed il tempo passa». G. L.

Daicampi snobba la circoscrizione

Era atteso in consiglio della Sud. Galli: «Senza parole»

Estratto da "L'Adige" di venerdì 25/02/2011, pag. 30, autore: G. L.

Forte delusione l’altra sera alla circoscrizione Sud, dov’era atteso il vicesindaco Daicampi ma che, a poche ore dalla riunione, ha comunicato al presidente Filippo Galli l’impossibilità di partecipare alla seduta. Una presenza pur concordata da tempo, che comunque ha deciso di chiedere nuovamente a Daicampi di partecipare al prossimo incontro. «Se l’assessore non ha ritenuto importante venire a confrontarsi con noi e neppure ha ritenuto di inviarci i funzionari dell’assessorato all’ambiente - commenta il presidente Galli - non so che dire, sono un po’ perplesso, resto senza parole, noi la buona volontà ce la mettiamo tutta». Il consiglio ha parlato quindi di inquinamento elettro-magnetico legato al potenziamento della Bts, il ripetitore di segnali radio della Tim, sulla quale Vodafone ha installato da metà gennaio 2010 una propria ulteriore antenna; oggetto di discussione anche l’inquinamento dell’aria, sul quale verrà sentito il vicesindaco, poi ancora di cura del territorio e di educazione civica: per cercare di mettere rimedio alla piaga delle deiezioni dei cani lasciati colpevolmente liberi dai loro padroni si chiederà un confronto con il comandante della polizia municipale D’Arcangelo. Sempre in tema di inquinamento, il consiglio ha parlato della situazione di via Benacense e del monitoraggio delle polveri sottili. In merito ai contributi alle scuole, il consigliere Benedetti ha proposto che, dal prossimo anno scolastico, la circoscrizione vada a finanziare iniziative «mirate» sul tema dell’ambiente. G. L.

giovedì 24 febbraio 2011

«Hanno prevalso i giochi di potere sulla volontà di trecento cittadini»

La protesta della lista civica per Lizzana

Estratto da “L’Adige” di giovedì 24/02/2011, pag. 30

A Lizzana c’è stata una raccolta di firme per la modifica del Prg. Le richieste all’amministrazione comunale erano di modificare la viabilità chiudendo via Fermi e riconsiderando l’uso del terreno di via al Pere. «L’idea - spiega la lista civica per Lizzana - è quella di riservarsi la possibilità di creare in quella zona un polo scolastico stante le prospettive di aumento del bacino d’utenza delle medie Halbherr e delle elementari di Lizzana già oggi al limite della capacità di accoglienza. Facile immaginare che a seguito di questa iniziativa l’amministrazione comunale si aspetti che la circoscrizione di Lizzana prenda una posizione e porti ulteriori elementi per la decisione. Nel consiglio circoscrizionale del 15 febbraio il punto era effettivamente all’ordine del giorno. Purtroppo il presidente Migliarini (lista Verdi) pur elogiando l’iniziativa si è ben guardato dal supportarla concretamente, forse più attento a evitare frizioni coi suoi sostenitori (Lega, Pdl, lista Valduga). Anche la richiesta esplicita di alcuni consiglieri di votare il sostegno all’iniziativa dei cittadini è stata cassata asserendo pilatescamente che la questione era tra l’amministrazione e i cittadini. La correttezza e la trasparenza sono merci che più spesso vengono richieste che offerte. All’impegno forte si preferisce il proclama demagogico. La lista civica per Lizzana stigmatizza nettamente questa politica di galleggiamento ed esprime il più ampio apprezzamento e appoggio all’iniziativa sottoscritta da 300 cittadini».

mercoledì 23 febbraio 2011

Traffico di rifiuti, un anno a Gosetti

Confiscato il sito Monte Zaccon
Il giudice condanna al ripristino
Pag. 18

Il caso. Ieri c’era il processo nei confronti dell’ingegnere. E il Carroccio contesta la bonifica Siric


Gosetti condannato. La Lega: «Basta consulenze»

Estratto da “L’Adige” di mercoledì 23/02/2011, pag. 33 

È di ieri la condanna nei confronti dell’ingegner Simone Gosetti, di cui ci occupiamo nella cronaca di Trento. Ma quella notizia, che riguarda i fatti di monte Zaccon, rischia di avere ripercussioni anche in Vallagarina. Perché all’ingegnere, nonostante l’inchiesta a suo carico e l’imminente processo, il Comune di Rovereto ha recentemente dato l’incarico per concludere la bonifica Siric, di cui Gosetti si occupa da anni. E già qualche tempo fa la Lega chiedeva che si facesse un passo indietro: «Si ritiene di fondamentale importanza che la Pat (...)riveda la decisione dell’affidamento del coordinamento lavori a chi, proprio in materia di inquinamento ambientale, è coinvolto in un procedimento dove la Pat è costituita parte civile danneggiata». Da qui la richiesta, a suo tempo, perché la giunta provveda «affinché venga ritirato il provvedimento con il quale si è affidata la consulenza della bonifica della Siric all’ing. S. G».

lunedì 21 febbraio 2011

Discarica dei Lavini, ok al raddoppio

Rifiuti La giunta provinciale approva il Piano triennale con la novità

Estratto da “L’Adige” di venerdì 18/02/2011, pag. 31


È stato approvato ieri dalla Giunta provinciale il terzo aggiornamento al «Piano degli investimenti nel settore delle opere igienico-sanitarie 2009-2013, sezione seconda: impiantistica per rifiuti urbani». La delibera, proposta dal vicepresidente e assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti Alberto Pacher, è necessaria per effettuare interventi sulle discariche provinciali e sull'impiantistica a supporto della raccolta differenziata e prevede un ammontare complessivo degli interventi pari a 59.598.361 euro nel quadriennio 2009-2013. L'aggiornamento del Piano prevede l'assegnazione di risorse finanziarie aggiuntive per il completamento di alcune opere rilevanti e la riorganizzazione temporale di alcuni interventi. Le risorse finanziarie derivano, in parte, dagli stanziamenti del bilancio provinciale ed, in parte, dalla rideterminazione dei costi di realizzazione di alcuni interventi. Fra gli interventi più rilevanti si segnala l'ampliamento della discarica di Lavini di Rovereto e la realizzazione della «piattaforma a supporto della raccolta differenziata per la Valle dell'Adige». Il comunicato stampa di ieri non dice dove verrà fatto questo secondo intervento. L'ampliamento dei Lavini, invece, era già stato annunciato in più occasioni, ed aveva provocato vivaci reazioni nelle Circoscrizioni sud della città, alle quali non era stato mai comunicato, né era stato chiesto loro un parere. Si tratterà di una sopraelevazione della discarica esistente, che sarà quindi aumentata in altezza e non in superficie.

A Lizzana chiedono maggiore vivibilità

Presentate alla giunta le modifiche al Prg con annesse trecento firme raccolte in paese

Estratto da “L’Adige” di martedì 15/02/2011 pag. 31


Dopo la serata pubblica di presentazione del bilancio da parte dell'amministrazione comunale un gruppo di cittadini, a fronte delle risposte ricevute da sindaco e assessori, ha deciso di fare un'osservazione alla «variante 2009» del Piano regolatore generale accompagnata da una raccolta di firme. L'intento è quello di portare in evidenza due problematiche che stanno a cuore ai cittadini di Lizzana. La prima riguarda la ridestinazione dell'area di via Perer (zona del campo sportivo) per evitare che vengano edificate quattro palazzine con quasi 80 appartamenti. Al loro posto i residenti propongono che l'area sia destinata ad un futuro polo scolastico e, nel contempo, che sia posizionata una barriera verde in modo da delimitare la zona abitativa da quella produttiva-industriale. La seconda osservazione riguarda la chiusura di via Fermi (dall'altezza dell'incrocio via Pederzini-via Tagliamento fino al confine con la zona industriale), come era già prevista dal Prg in adozione, per evitare il traffico automobilistico di attraversamento da e per la zona industriale dando quindi una radicale riqualificazione da diversi punti di vista ad un quartiere verde-sportivo. I tempi per poter fare le osservazioni erano strettissimi e in pochi giorni sono state raccolte quasi trecento firme di soli residenti di Lizzana per ciascuno dei quesiti; il comitato promotore ha già depositato e fatto protocollare le firme presso gli uffici comunali. «Questa iniziativa, che in pratica coinvolge l'intero quartiere, vuole portare all'attenzione dell'amministrazione comunale un contributo per una scelta che guarda al futuro e potrebbe dare alcune risposte in merito al miglioramento della vivibilità dei residenti di tutta la frazione. Confidiamo nella giunta Miorandi affinché faccia un'attenta valutazione su quanto portato in evidenza». Insomma, le attese a Lizzana sono alte, specie per chi vuole tutelare la vivibilità di un'area densamente abitata.

15/02/2011

























Quindi: se queste polveri non finiranno nei polmoni dei futuri inquilini delle nuove palazzine con vista sui camini, finiranno nei polmoni degli utenti del futuro polo scolastico. Tenendo presente che da molti anni, vengono già respirate dai residenti, dagli sportivi che si allenano e giocano nel campo sportivo, dagli alunni delle scuole medie  e dai bambini della scuola materna di “Lizzana bassa”. Per quanto riguarda la cintura verde – comunque necessaria –, svolgerebbe più che altro una funzione di tamponamento estetico-paesaggistico, senza risolvere il problema della qualità dell’aria. L’aria infatti, veicolerebbe le polveri sottili al di sopra di essa, neutralizzandone l’effetto. A meno che non si piantino sequoie.

Nuovo allarme inquinamento ma alla Moia non c'era niente


Estratto da “L’Adige” di domenica 13/02/2011, pag. 31


Sul fiume Denuncia e controlli nell'Adige

Anche ieri mattina, per la terza volta in poche settimane, il «paladino anti-puzza» Irzio Vanzo ha lanciato l'allarme per quello che - a suo dire - era un grave inquinamento da liquami che dal depuratore del Navicello si sarebbero riversati nel fiume Adige all'altezza di Borgo Sacco. Secondo Vanzo, nel fiume galleggiavano grandi chiazze marroni. Per questo il «paladino anti-puzza» ha allertato la polizia municipale, i vigili del fuoco, le redazioni dei giornali, le televisioni private di Trento e la sede regionale della Rai, invitate a mandare troupe e telecamere. Come la scorsa settimana, quando sul posto erano intervenuti i vigili urbani, i vigili del fuoco, i tecnici provinciali del Servizio Acque e dell'Appa, anche ieri una pattuglia della polizia locale ha ispezionato le rive dell'Adige dal Navicello fino a Borgo Sacco e alla Moia, senza trovare alcun riscontro. Gli agenti si sono imbattuti lungo le rive anche in numerosi pescatori armati di lenza: si sa che i pescatori sono i più attenti conoscitori della qualità delle acque. Ma anche da noi interrogati, ieri sulle sponde, non hanno notato alcuna chiazza sospetta, se non la normale torbidità dell'acqua dovuta al limo naturale ed al fango dei fondali. Irzio vanzo continua però nella sua versione e sostiene di aver visto «a occhio nudo le classiche bollicine a pelo d'acqua di quando la fognatura si riversa in acqua».

13/02/2011

Uno sguardo fuori dal Comune: La Zincheria Seca di Chizzola (2)

Controllo Appa alla Seca «Perfettamente a norma»

Chizzola. L’azienda pubblica tutti i dati delle emissioni in internet. Anche il test della Provincia conferma l’attenzione all’ambiente

Estratto da “L’Adige” di domenica 13/02/2011 pag. 32


ALA - «Non ho mai avuto dubbi sui risultati, perché da sempre il rispetto dell'ambiente, ben oltre gli obblighi di legge, è uno dei punti fermi del nostro lavoro alla Zincheria Seca. Gli ultimi controlli svolti confermano la nostra serietà»; con queste parole Michele Bordignon, socio e amministratore della Zincheria Seca di Ala, commenta i risultati sui controlli effetuati da Appa il 13 gennaio. Dai 3 rapporti emerge che i campionamenti effettuati dagli Ispettori Ambientali presso l'azienda sono ben al di sotto dei limiti imposti dalla legge. Oggetto dell'analisi era la portata delle emissioni in atmosfera, per rilevare le quali sono stati prelevati 3 campioni di aria in prossimità del camino dell'impianto. I dati emersi confermano che le emissioni di acido cloridrico sono pari a 0,1 mg/Nm3, quando il limite imposto dalla legge è del 10 mg/Nm3. «Questo dato dovrebbe rassicurare gli abitanti del luogo sull'impegno che continuiamo a dedicare per il rispetto ambientale e alla trasparenza, che sono un punti fermo della nostra politica aziendale. I rapporti dell'Appa verranno pubblicati integralmente nel sito della nostra azienda www.zincherie.com, affinché siano disponibili a tutti». conclude Bordignon, rispondendo così indirettamente all'interrogazione allarmistica del consigliere provinciale Civettini di due settimane fa. La Seca lavora con le certificazionidella Qualità UNI EN ISO 9001:2000 e 14001:2004. Vi lavorano 92 persone. Il fatturato annuo è di 18 milioni di Euro.


13/02/2011

Due semplici considerazioni:
- L'A.P.P.A. è un ente terzo, che asseconda il primato dell'industria.
- E' sempre d'effetto per un'azienda accennare al ricatto occupazionale, citando numero di dipendenti e fatturato.

I «veleni» nell’area ai Fiori verranno tutti asportati


Estratto da “L’Adige” di giovedì 10/02/2011, pag. 31

Prima gli inquinanti presenti nel terreno verranno «mineralizzati» per evitarne la dispersione nell’aria e poi si procederà alla rimozione in blocco e allo smaltimento.
Malumori alla Circoscrizione Sud «Bene l’intervento, ma il Comune aveva promesso di tenerci informati. Cosa che puntualmente continua a non fare»



È di qualche giorno fa la determina del servizio tutela ambientale sull'area ai Fiori. Non è certo il passaggio finale di una questione che è stata lunga e resta complicata, ma è pur sempre un passaggio: la terza variante del piano di caratterizzazione. Che prevede, in vista della bonifica (il cui progetto sarà realizzato nei prossimi mesi) un trattamento in loco dei rifiuti: prima le sostanze saranno ossidate chimicamente, poi saranno spostate e smaltite. Questo permetterà di rendere le future opere di bonifica, ed in particolare la movimentazione ed il trasporto del rifiuto, facilmente applicabile dal punto di vista operativo. È, appunto, solo un ulteriore passaggio, che necessiterà nei prossimi mesi di ulteriori analisi del terreno. Ma a Lizzana, ora chiedono di essere informati su ogni dettaglio. Perché la chiusura della partita ambientale è attesa anche per dare il via all'attesissima realizzazione della bretella. «L'amarezza è dover constatare che, per l'ennesima volta, riceviamo un'informazione così importante dal vostro giornale e non dal Comune. E questo nonostante le ripetute assicurazioni di sindaco e assessori per una comunicazione diretta e puntuale sugli sviluppi della situazione ai Fiori. Anzi, nell'ultima riunione con l'esecutivo per la presentazione del bilancio comunale nelle Circoscrizioni, mi era stato addirittura prospettato un filo diretto via e-mail. E proprio l'altro giorno sono stato all'Ufficio decentramento, ma non mi hanno detto assolutamente nulla», commenta più esasperato che sconsolato il presidente della Circoscrizione Rovereto Sud, Filippo Galli. «L'auspicio - prosegue - è che almeno la soluzione scelta sia definitiva e possa garantire la sicurezza e la salubrità per i residenti. Il costo della bonifica può anche essere contenuto, ma l'importante è che siano soldi ben spesi, in grado di assicurare una soluzione definitiva al problema». La Circoscrizione Rovereto Sud si è data anche un organismo interno delegato alla questione dell'inquinamento. Ne fanno parte i consiglieri Fausta Cassiti, Bruno Vettori e Marina Pozzer, che ieri si sono ritrovati per fare il punto su quanto accaduto e chiedere un incontro con l'assessore all'ambiente, il vicesindaco Gianpaolo Daicampi. «Non siamo dei tecnici e quello che più ci interessa è la salute dei cittadini. Ma continuiamo a lamentare un deficit di comunicazione e di informazione già presente ai tempi di Valduga, ma che la giunta Miorandi aveva promesso di colmare. Il risultato è però che non è stato ancora fatto nessun passo avanti su questo fronte», sottolinea il consigliere circoscrizionale Bruno Vettori. «Nell'informazione al territorio, ad esempio, perché non sono stati forniti i dati sui carotaggi? In generale - prosegue Vettori - riteniamo opportuno che per tutto quello che riguarda l'inquinamento i risultati delle varie rilevazioni vengano resi pubblici con la pubblicazione sulle pagine web del Comune di Rovereto. E poi sarebbe il caso che, per una città di quasi 40 mila abitanti, vengano attivate più centraline per l'aria controllate dall'Appa: quella di largo Posta è palesemente insufficiente. Un'ultima osservazione vorrei fare: ora partirà il piano invernale con il fermo dei veicoli più inquinanti. Il consiglio è quello di usare i mezzi pubblici, ma per incentivarne l'uso si... aumentano le tariffe. È logico?».

10/02/2011


Bonifica complessa per avere sicurezza

Ai Fiori si prospetta un intervento di bonifica in due fasi: il terreno sarà prima «siringato» per stabilizzare i composti chimici nocivi. Poi si procederà al raschiamento dello strato inquinato e allo smaltimento. «Dell’operazione però abbiamo saputo dal vostro giornale e non dal Comune, che aveva promesso di tenerci informati su tutte le novità riguardanti la bretellina», lamenta il presidente circoscrizionale Filippo Galli


CIRCOSCRIZIONE «E la bretellina naviga nel buio di ricorsi pendenti»

Certo la bonifica ai Fiori viene considerata importantissima dalla Circoscrizione Sud, ma non meno decisivo è proprio il progetto che quell’area dovrà utilizzare e cioè la famosa «bretellina». «Anche in questo caso non abbiamo notizie sullo stato dell’arte. Sappiamo solo che esiste un contenzioso
sull’appalto e un ricorso di una ditta al giudice amministrativo. Ma a che punto è arrivato?», si  chiede Bruno Vettori, sottolineando ancora una volta la mancanza di informazioni da parte dell’Amministrazione comunale. «Sulla “bretellina” come al solito nessuna novità, anche se all’incontro sul bilancio l’assessore Giulia Robol ci aveva promesso un aggiornamento via e-mail. Ma sul mio pc non ho visto ancora niente», gli fa eco il presidente di Circoscrizione, Filippo Galli. Che poi aggiunge: «La “bretellina” è attesa da 30 anni e ricompatterà Lizzanella, ma la verità è che a Rovereto servirebbe una tangenziale vera. Tutti i paesini del Trentino ce l’hanno già...».

Siric, arriva l’incarico a Gosetti

Altri 5 carotaggi

Estratto da “L’Adige” di mercoledì 9/02/2011, pag. 31

Procede anche la bonifica dell’area Siric. Appurata dall’Appa la contaminazione delle acque di prima falda anche successivamente alle attività di sgombero del soprassuolo, si è deciso di effettuare un ulteriore analisi per completare il piano di caratterizzazione. Si procederà ora con 5 carotaggi alla profondità massima di 10 metri, con successiva posa in opera di tubi piezometrici, ad integrazione della rete di piezometri esistenti. A coordinare i lavori, sarà l’ingegner Simone Gosetti, già redattore del piano di caratterizzazione dell’area Siric, che quindi bene conosce il problema del sito. Gosetti che, per altro, in queste settimane è impegnato anche nel processo che lo vede coinvolto, a Trento, per i fatti di monte Zaccon. Dettaglio questo che la famiglia Zadra non ha mai mancato di sottolineare.

Bonifica ai Fiori, via all’ultima fase


Estratto da “L’Adige” di mercoledì 9/02/2011, pag. 31, autore: Chiara Zomer


Per spostare l’inquinante si dovrebbe coprire l’area con un sistema di filtraggio dei vapori e trasportare il materiale in container stagni: meglio trattarlo chimicamente.
Si farà prima un carotaggio per analizzare il terreno e poi sarà inserito il reagente: una procedura abbastanza veloce, che accorcia i tempi per la bretella

I veleni restano lì e saranno ossidati in sito. Confermata la spesa finale: 240 mila euro

L’area ai Fiori è ora sotto la lente d’ingrandimento dell’ente pubblico per due motivi: lì dovrebbe sorgere la bretella e lì sono stati scoperti rifiuti riconducibili a fanghi delle fosse settiche: ora il Comune ha deciso di procedere all’ossidazione chimica in sito


Ad attendere il termine della bonifica sono in tanti. A partire dai residenti di Lizzana che sperano di vedere l'avvio dei lavori per la futura bretella nei prossimi mesi. Ma per l'area ai Fiori questa volta dovremmo essere davvero agli sgoccioli. Terminato il piano di caratterizzazione, ora si parte con la bonifica, il cui progetto - cioè la terza variante del piano - ha già avuto il via libera del servizio tutela ambientale. Il piano non implicherà lo spostamento delle sostenze inquinanti. La quantità limitata di elementi, infatti, permette di evitare l'asportazione - tanto lunga quanto complicata - e procedere invece con l'ossidazione chimica in sito. Che vuol dire, in sintesi, che il terreno verrà trattato affinché le sostenze presenti nel sottosuolo si cristallizzino, di fatto impedendo loro di disperdersi e avere quindi effetti inquinanti. Rimarranno dove sono, insomma. Ma non faranno danni. Una modalità d'azione, quella scelta dagli uffici comunali, che nelle prossime settimane dovrebbe portare a nuovi e ulteriori carotaggi nell'area. Il tutto, stando almeno ai conti fatti in municipio, non dovrebbe sforare il budget già previsto a suo tempo: 240 mila euro, di cui la massima parte andata in analisi chimiche già realizzate. Tanto costerà, alla fine, all'ente pubblico - e in particolare alle casse provinciali - restituire alla collettività un'area che fu inquinata chissà quando e chissà da chi. La vicenda dell'area ai Fiori, infatti, parte da lontano. E diventa un bubbone da gestire nel 2009, quando preso atto del fatto che in passato quella zona è stata usata alla stregua di una discarica, si è deciso di capire cosa c'è là sotto. I risultati, dopo un anno di scavi, piezometri, analisi e carotaggi, è stata chiara: sotto terra erano stati trovati dei rifiuti riconducibili a fanghi delle fosse settiche. Rifiuti che, analizzati, hanno evidenziato concentrazioni di tetracloroetilene superiori ai limiti di legge. Quindi inquinanti. Da qui la necessità di bonifica. Ma quanto alla modalità, dopo ampia valutazione - anche con gli uffici provincili - si è deciso di non procedere allo spostamento. Perché? Perché sarebbe un lavoro atroce: sarebbe necessario predisporre una copertura sulla zona d'intervento comprensiva di un sistema di filtraggio dei vapori emessi nel corso degli scavi, nonché sarebbe necessario il trasporto dei rifiuti in centri di smaltimento con l'uso di container stagni per evitare emissioni in atmosfera. Un lavoro complicato, dunque. E costoso. E lungo. Ma, soprattutto, non l'unico possibile, vista la mole - molto limitata, dal punto di vista quantitativo - dei rifiuti. Anziché portar via la sostanza inquinante, si è deciso di renderla innocua, attraverso la tecnologia Isco (Ossidazione chimica in sito). In sintesi saranno iniettati nel sottosuolo degli agenti ossidanti che tratteranno chimicamente i composti organici inquinanti rendendoli innocui. Un metodo che costa meno e ha tempi di lavoro più brevi. Per procedere all'ossidazione, tuttavia, è necessario conoscere alla perfezione il tipo di terreno che si andrà a trattare. Per questo si comincerà con un sondaggio a carotaggio continuo. Una volta analizzato il terreno e scelto il reagente ottimale, attraverso un piezometro sarà iniettato l'ossidante. E poi saranno fatte le verifiche del caso, per capire se si potrà dare per archiviato il problema ai Fiori. E per capire, soprattutto, se si potrà dare e quando, il via libera al cantiere per l'agognata bretella.


09/02/2011

domenica 6 febbraio 2011

Uno sguardo fuori dal Comune: La Zincheria Seca di Chizzola (1)

Estratto da "L'Adige" di sabato 29/01/2011, pag. 39


«Gli abitanti della zona sono preoccupati per la zincheria»

Ala. Claudio Civettini interroga la Provincia


ALA - Fumi ed esalazioni maleodoranti fra Santa Lucia e Chizzola, in quel di Ala? La colpa sarebbe addebitabile alle lavorazioni della vicina zincheria. Lo sostiene il consigliere provinciale della Lega Nord Claudio Civettini. Che per far luce su questa situazione ha chiesto spiegazioni al presidente Dellai. «Molti abitanti di Santa Lucia e Chizzola - scrive in un interrogazione - lamentano la presenza di fumi oltre che di odore acre provenire dalla Zincheria Seca in orario serale. La popolazione locale vorrebbe essere informata sull'attività svolta dalla Zincheria oltre a richiedere che vengano resi pubblici gli esiti degli ultimi controlli svolti. Il processo di lavorazione impiegato dalla stessa azienda è assai delicato e comporta l'utilizzo di sostanze nocive è quindi doveroso operare in piena trasparenza anche nel rispetto della qualità e salubrità dell'aria e dell'ambiente». È ancora viva nella memoria della popolazione l'incidente di alcuni anni fa, con l'evacuazione dell'intera frazione e delle scuole.


29/01/2011

Compostaggio e puzza: Pasina vuole il processo

Estratto da "L'Adige" di mercoledì 02/02/2011, pag. 31, autore: Chiara Zomer

Alla fine la questione «Pasina» approderà davanti al giudice: a marzo la ditta di compostaggio del Navesel potrà spiegare le sue ragioni in aula, visto che i fratelli Bonora hanno deciso di difendersi fino in fondo. Perché probabilmente non hanno voglia di passare per coloro che ammorbano l'aria della Vallagarina. Perché forse ritengono di avere carte e evidenze a loro favore, per screditare il teorema della procura. Certo è che non hanno optato per la strategia del profilo basso e della limitazione dei danni: non appena è stato loro notificato il decreto penale di condanna da 4.250 euro, hanno deciso di impugnarlo, richiedendo tra l'altro il giudizio immediato. Ora sarà il giudice Corrado Pascucci a valutare il comportamento dell'azienda e il rispetto o meno delle prescrizioni. La posizione della procura, ormai, è nota dal novembre scorso, quando l'impianto del Navesel venne messo sotto sequestro preventivo. L'assunto dal quale prese le mosse a suo tempo l'inchiesta del procuratore capo Rodrigo Merlo, era chiara: la puzza che rendeva invivibili le serate di Sacco, San Giorgio e Lizzana, dipendeva da una non corretta gestione dell'impianto di compostaggio. Fin qui i sospetti, che con le settimane - attraverso un'ordinanza comunale di sgombero, nonché la nomina di un ufficiale giudiziario che ha provveduto a bonificare l'area esterna al capannone - si sono trasformati in evidenze sufficienti, a parere della procura, per chiudere il caso. Risultato: l'ufficio inquirente ha chiuso l'indagine, imputando alla Pasina una serie di irregolarità. In particolare l'azienda è stata accusata di quattro violazioni dell'autorizzazione, perché stoccava all'esterno rifiuti non omogenei e non protetti dagli agenti atmosferici, perché non effettuava le prescritte analisi, perché spostava all'esterno il compost prima che arrivasse a maturazione (e quindi prima che si raggiungesse il livello di 600 mg di ossigeno al chilo), perché non eseguiva la lavorazione del compost in spazi chiusi e perché non ha ottemperato alla diffida con cui il sindaco gli aveva intimato di liberare il piazzale dai rifiuti. A queste irregolarità si aggiunge anche la violazione dell'articolo 674 del codice penale. Questi i presupposti in base ai quali la procura ha chiesto - e ottenuto - nel confronti di Pasina un decreto penale di condanna di 4.250 euro. Un'ammenda, insomma. L'azienda di compost avrebbe potuto chiudere qui la questione. Dato che, tra l'altro, non si trattava neppure di una pena impegnativa. Ma restava un punto: sempre di condanna si stava parlando. Perché il decreto penale questo è. E l'azienda di compostaggio probabilmente non vuole avere una macchia, seppur piccola, senza combattere. Quindi ha impugnato il decreto penale, chiedendo di essere ammessa a giudizio immediato. Cosa che accadrà a breve: il processo si aprirà il 15 marzo davanti al giudice Corrado Pascucci. E questo è solo uno dei procedimenti che vede impegnata la Pasina che, recentemente, ha presentato anche ricorso al Tar contro la diffida firmata a suo tempo dal sindaco Andrea Miorandi. Ma i giudici amministrativi non si sono ancora pronunciati.


02/02/2011

Inquinamento limitato «Ai Fiori», a breve i lavori

Bretella Terminata la caratterizzazione: trovati solventi e rifiuti non significativi

Estratto da "L'Adige" di sabato 22/01/2011

La giunta provinciale ha approvato ieri mattina, su proposta del vicepresidente e assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti Alberto Pacher, la caratterizzazione dell'area in località «Ai Fiori». La zona è stata oggetto di studi ed analisi per verificare lo stato ambientale dei suoli e, soprattutto, delle acque di falda. Il Comune di Rovereto, infatti, si è attivato dal 2008 nell'azione di verifica ambientale dell'area in località Bortola, che ospita anche una vecchia discarica comunale, alla luce dei dati di monitoraggio della falda raccolti negli ultimi anni nell'ambito del monitoraggio delle aree industriali a cura del Progetto speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali. A seguito dell'approvazione del Piano della caratterizzazione nel giugno 2009, il Comune si è attivato per eseguire gli interventi di indagine pianificati, che consistevano in vari prelievi di campioni di terreno e di rifiuti, oltre che nella realizzazione dei piezometri per il monitoraggio della falda e nell'effettuazione di una serie di indagini geognostiche indirette. Tutte le indagini sono state eseguite sotto il controllo dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente. Al termine delle attività di controllo è stato possibile definire con precisione le problematiche ambientali dell'area. In particolare è emerso che l'ex discarica è stata regolarmente autorizzata, coltivata e chiusa nel rispetto delle normative e non è fonte di alcun inquinamento delle acque sotterranee né dei terreni naturali. Per questo motivo non necessita di alcun intervento di bonifica ad eccezione di un unico punto in cui si ritrova una anomala concentrazioni di piombo e stagno. A Nord della discarica è presente poi un'area di modeste dimensioni in cui sono stati abbandonati alcuni rifiuti da cui si origina la contaminazione della falda da solventi clorurati. Con questa approvazione, comunque, la giunta provinciale, viste le ridotte dimensioni delle aree in cui è quindi necessario intervenire con una bonifica, ha stabilito che si può seguire la procedura semplificata e procedere direttamente alla progettazione degli interventi di bonifica necessari, con un notevole contenimento dei tempi. Per gli abitanti di Lizzanella, dunque, è una notizia che fa ben sperare per la realizzazione della bretella Ai Fiori, opera attesa da anni e che, nonostante i progetti approvati e i conseguenti appalti, ha subito negli ultimi mesi degli inattesi stop. Ora, nel giro di breve tempo, il cantiere finalmente partirà.

22/01/2011

Irzio Vanzo: «Chiazze sospette nell'Adige»

Estratto da "L'Adige" di lunedì 31/01/2011, pag. 17

Irzio Vanzo, il «segugio dell'inquinamento» non si ferma. Ieri, durante una delle se consuete passeggiate sul territorio, ha segnalato un altro episodio sospetto. «A Borgo Sacco - spiega - in località Moia all'altezza del molo delle zattere, ho notato delle strane macchie di colore marroncino, che sembravano feci. Ho subito chiamato la Polizia locale per segnalare l'inquinamento e dopo un po' gli agenti sono arrivati con i vigili del fuoco. Hanno prelevato dei campioni d'acqua e sono andati via. Adesso il materiale raccolto andrà al laboratorio d'analisi e vedremo di cosa si tratta esattamente». Ma cosa potrebbe essere e da dove potrebbe essere arrivato nell'Adige? «Intanto ho sentito, da gente che abita nelle vicinanaze, che la strana "perdita" andrebbe avanti da qualche giorno. Di cosa si tratti, non saprei dire con esattezza, anche se confermo che l'aspetto era da liquame organico. Non si avvertiva però un particolare odore forte. Di puzza, del resto, ne abbiamo abbastanza dalla Pasina...», conclude con un sorriso amaro Irzio Vanzo.


31/01/2011


Lizzana risponde alle critiche

Quartieri. Dopo il «no» al bilancio e le accuse del centrosinistra


Estratto da "L'Adige" venerdì 28/01/2011, pag. 35, autore: G. L.


Dopo il duro attacco dei consiglieri di minoranza al presidente Maurizio Migliarini ed alla maggioranza che ha deciso di esprimere parere negativo sul bilancio, oggi replica per le rime Giampaolo Ferrari, consigliere eletto nelle file della lista civica Valduga: «Ricordo che il consiglio circoscrizionale, dopo un lavoro effettuato nell'arco di diversi mesi, il 20 ottobre ha inviato alla giunta il "Progetto per Lizzana". In calce alla lettera c'era l'invito all'amministrazione di un confronto per poter esplicitare in maniera più esauriente le nostre richieste. Nonostante le reiterate richieste del presidente Migliarini di avere risposte in merito, solo la sera dell'assemblea pubblica del 19 gennaio il sindaco Miorandi ha consegnato nelle mani dei cittadini richieste e risposte». Sulle critiche ricevute Ferrari ricorda che «il dormitorio al quale faceva riferimento Migliarini è riferito al livello commerciale: Lizzana si sta spegnendo, non c'è un parrucchiere, non c'è una farmacia, al Rovercenter c'era un supermercato ed è stato chiuso. Una proposta che poteremo in consiglio riguarda l'istituzione del mercato settimanale a Lizzana, quattro-cinque ambulanti che possano vendere verdura, alimentari ed altri prodotti e vivacizzare il paese. Quello che lascia perplessi nel bilancio è che non c'è una proposta costruttiva della giunta comunale sull'abitato di Lizzana, a parte i 36 punti proposti dalla circoscrizione. Non mi si venga a parlare della variante della Mira, la bonifica della zona industriale ed il monitoraggio dell'aria. Questa giunta comunale per Lizzana non ha proposto nulla, nessuna novità e nessun intervento». G. L.


28/01/2011

giovedì 27 gennaio 2011

Disastro ecologico ad Anagni, Frosinone, Lazio.

Un breve riassunto tratto dai dialoghi del documento:

Il 31 marzo 2009 un guasto ai tubi che portano il “carbon black” al reparto di lavorazione dei pneumatici della Marangoni di Anagni, causa la dispersione di circa 50 quintali di polveri altamente inquinanti nell’atmosfera: “…una nube talmente grande da spaventare chiunque…”. Le fuoriuscite anomale dal termocombustore erano già note da tempo, come le polveri nere sulle superfici esterne delle abitazioni.
“…ogni tanto il termocombustore andava in blocco e le uscite di sicurezza lasciavano uscire il finimondo…”.

Un anno dopo, un’ordinanza vieta di mangiare ortaggi o allevare animali entro 500 m in linea d’aria dalla Marangoni. In seguito ad ulteriori analisi, tale ordinanza è stata ampliata.






Cos'è il "CARBON BLACK"?

Fonte: Wikipedia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Carbon_black

Nero di carbone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il nero di carbone (o nerofumo o carbon black) è un pigmento, prodotto dalla combustione incompleta di prodotti petroliferi pesanti quali, catrame di carbon fossile, catrame ottenuto dal cracking dell'etilene, o da grassi ed oli vegetali.

Il nero di carbone è una forma di particolato carbonioso ad alto rapporto superficie/volume come parametro importante per la resa colorimetrica, anche se lo stesso rapporto è basso rispetto al carbone attivo. È dissimile dalla fuliggine sempre per un rapporto tra superficie e volume più alto, ed un trascurabile e non biodisponibile contenuto di PAH. Il maggior impiego è come pigmento per il rinforzamento della gomma e dei prodotti plastici.

L'attuale Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), ha valutato che il "nero carbone è probabilmente cancerogeno (Lista delle sostanze cancerogene IARC Gruppo 2B | Gruppo 2B)". L'esposizione a breve termine ad alte concentrazioni di nero di carbone in polvere può causare disagio al tratto respiratorio superiore, attraverso irritazione meccanica.

Usi

Circa il 70% del nero di carbone è utilizzato nell'industria della gomma e di questa la maggioranza è nel campo automobilistico. Il nero di carbone negli pneumatici contribuisce a diversi fattori quali:
  • la conduzione del calore del battistrada sull'intera area della cintura dello pneumatico, riducendo il danno termico ed aumentandone la durata.
  • usura: Praticamente tutti i prodotti in gomma, dove le proprietà di usura alla trazione, frizione e all'abrasione sono cruciali. L'aggravante che questo inciderà pesantemente sulla colorazione. Dove le proprietà fisiche sono importanti, ma sono richiesti colori diversi dal nero, come il bianco delle scarpe da tennis, si impiegano precipitati della silice (silice pirogenica) come valida alternativa nel rinforzare la capacità meccaniche. Anche il Biossido di silicio ha guadagnato quote di mercato negli pneumatici per autoveicoli, perché fornisce un'efficienza nel consumo del carburante. Tradizionalmente i riempitivi a base di silice davano proprietà di usura peggiori, ma la tecnologia di sintesi è gradualmente migliorata fornendo oggi prodotti competitivi con il nero di carbone.
Particelle di nero di carbone vengono impiegate come materiale radar assorbente, oppure UV assorbente, quindi come preservante nei manufatti esposti a queste radiazioni.
Come pigmento: nelle vernici e nelle patine, negli inchiostri, nella colorazione in massa della carta, nel toner per fotocopiatrice e stampante laser.
La produzione totale è stata di circa 8'930'000 tons nel 2006. [1]
Il nero di carbone di origine vegetale è utilizzato come colorante alimentare, e noto come additivo E153.
È anche un pigmento pittorico.