Estratto da "L'Adige" di sabato 26 febbraio 2011, pag. 35
Non c’erano certezze sui tempi della chiusura del fallimento, quello no. Ma sulla vicenda Siric di un dettaglio si era certi: tutti i rifiuti ammassati in quell’area, sia quelli sotto terra che quelli stoccati nei capannoni dell’azienda, erano già stati trovati, rimossi e smaltiti. Si pensava, appunto. Perché proprio mentre si iniziava a scavare l’ultima trincea per la valutazione dell’eventuale inquinamento del terreno, è spuntata la sorpresa: ci sono sotto terra altre due cisterne, da tremila litri, belle piene di rifiuti analoghi a quelli già trovati. Materiale che ovviamente dev’essere rimosso. Ma andando con ordine. L’enorme progetto di caratterizzazione e bonifica dell’area Siric è iniziato ormai anni fa. E certo tra i più interessati alla conclusione della questione c’è Lelio Boldrini, il curatore fallimentare. Suo il compito di cercare di pagare tutti i creditori, compreso l’ente pubblico che in questi anni si è accollato le spese per l’asportazione e lo smaltimento dei rifiuti Siric. Dopo anni di lavoro - dopo 38 cisterne trovate nel sottosuolo, eliminate e regolarmente smaltite e dopo migliaia di fusti trovati nei capannoni - si pensava di aver finito. Tanto che dal Comune era arrivato il via libera all’ultima analisi del sottosuolo, per verificare, una volta asportati i rifiuti, il livello dell’eventuale inquinamento. E invece mentre si scavava per realizzare la trincea necessaria per il piano di caratterizzazione, è «spuntata» la sorpresa: «Abbiamo trovato altre due cisterne da tremila litri - conferma il curatore Lelio Boldrini - Non ci si era accorti prima, perché in quell’area non si aveva pensato di scavare: queste due cisterne erano sotto gli impianti, nessuno avrebbe potuto immaginare che sotto ci fosse qualche cosa». Un ritrovamento che si dovrà ora gestire: «Non sarà un problema, abbiamo eliminato già 38 cisterne da quell’area, non ci spaventano certo le ultime due. Che, tra l’altro, risalgono agli anni Sessanta - spiega Boldrini - come tutte le altre, andranno rimosse e si proseguirà con il lavoro di analisi del terreno». Una tranquillità questa confermata anche dall’assessore all’ambiente Gianpaolo Daicampi: «Con Siric le sorprese non finiscono mai - sorride con una battuta, ma poi si fa serio - le due cisterne le abbiamo trovate iniziando a lavorare sul piano di caratterizzazione. Ma non dovrebbero dilatare i tempi dell’intervento». A preoccupare il curatore Boldrini è, semmai, la questione Simone Gosetti. Perché l’ingegnere, per i fatti di monte Zaccon, è stato condannato ad un anno di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici, nonché al divieto di stipulare contratti con la pubblica amministrazione per tre anni. «Gosetti è stato nominato direttore responsabile dell’ultima fase del piano di caratterizzazione - conclude Boldrini - Dobbiamo capire se la sentenza ha effetti anche su di noi». Ma al momento sembra proprio di no: la sentenza non è ancora definitiva, l’appello è quantomeno probabile. Giuridicamente nulla osta al fatto che Gosetti si occupi di Siric. Se sia o meno opportuno, naturalmente, è tutt’altra questione.
LA BONIFICA: Già asportate trentotto cisterne simili a quelle
Non sono certo queste ultime due cisterne a spaventare chi si sta occupando della questione Siric. Dal sottosuolo dell’ex fabbrica di via del Garda sono già state portate via qualcosa come trentotto cisterne di rifiuti che sono stati smaltiti come prescritto dalla normativa.
Se non ricordo male Lelio Boldrini attuale curatore della SIRIC era il Direttore Generale della Duraflex, fabbrica che fino al 1968 occupava i terreni SIRIC. Pertanto, se ha trovato serbatoi degli anni 60`, non è che li abbia fatti mettere lui in quell' epoca?
RispondiEliminaPerchè SIRIC avrebbe dovuto contaminare solo il suo sottosuolo e non anche quello esterno alla propria area? Mi chiedo, una eventuale bonifica deve essere limitata ai soli terreni SIRIC oppure, per avere una seria funzione di bonifica, deve estendersi oltre?
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